E’ da poco stato pubblicato il Terzo Censimento Economico Nazionale fortemente voluto dal Ministero dell’economia cinese, intenzionato a comprendere al meglio l’andamento del sistema aziendale nazionale, sia in termini di importazioni che esportazioni.

I risultati della ricerca gettano una luce interessante su una nazione fortemente in sviluppo come la Cina. Dalla ricerca risulta, infatti, che per l’anno 2013 il settore che maggiormente ha subito un’accelerazione è stato quello dei servizi – il cosiddetto settore terziario – con un incremento costante che l’ha portato nell’anno successivo ad incidere sul prodotto interno lordo nazionale per quasi il 48%.

I risultati della ricerca sono sicuramente incoraggianti per gli imprenditori stranieri intenzionati ad investire nel settore terziario cinese, in particolar modo per quelli italiani. A dare ulteriore sviluppo al settore, poi, c’è stato anche l’intervento del Ministero delle Finanze locale che ha provveduto negli ultimi 12 mesi ad eliminare più di quaranta tasse amministrative che in precedenza gravavano sul settore dei servizi delle piccole e medie industrie rendendo di fatto non solo il comparto più snello dal punto di vista burocratico ma soprattutto più conveniente in termini economici. Inoltre, secondo gli studiosi di economia cinese proprio la decisione strategica di impiegare così ingenti investimenti nel settore terziario ha portato ad un incremento anche del settore primario e di quello secondario. Infine, secondo le stime future il prossimo anno il terziario dovrebbe continuare a crescere contribuendo con un ulteriore 3,5% all’incremento del prodotto interno lordo nazionale.

Ma questi non sono gli unici interventi del governo che hanno dato impulso al terziario. Infatti, sulla crescita del comparto dei servizi pesa – in senso positivo – anche gli interventi previsti nel dodicesimo piano quinquennale di sviluppo relativi all’Information Technology in generale e all’e-commerce in particolare. Ma tanto ancora si può fare: la richiesta da parte degli operatori cinesi – ma anche e soprattutto di quelli stranieri e italiani in particolare che intendono esportare il made in Italy all’estero – infatti, è che il Governo di Pechino intervenga per liberalizzare ulteriormente il settore del commercio, in particolare attraverso l’abolizione dei dazi doganali che sono una delle principali cause di scetticismo da parte degli acquirenti stranieri. L’abolizione di leggi per la protezione doganale, considerate ormai obsolete, potrebbe sicuramente costituire un incentivo anche per l’esportazione del made in Italy, sia in campo alimentare che negli altri settori produttivi.