CIBUS, la fiera più importante dedicata all’agroalimentare italiano è giunta alla 21esima edizione. Dal 3 al 6 maggio 2022 istituzioni, associazioni di categoria, produttori e operatori del settore agroalimentare si sono ritrovati a Parma nella Food Valley per presentare nuovi prodotti e nuove strategie per il food business.

Grazie all’allentamento delle restrizioni pandemiche il CIBUS è ritornato a ricoprire il suo primario ruolo di punto di contatto tra aziende italiane e buyers esteri. Sono stimati circa 60mila visitatori professionali di cui il 10% esteri e circa 3mila aziende espositrici. I temi principali di questa edizione in un periodo storico particolarmente complicato sono la guerra in Ucraina e la delicata situazione geopolitica internazionale che stanno impattando significativamente sulla filiera del food and beverage attraverso l’aumento del gas, dei prezzi delle materie prime e dei numerosi problemi logistici a livello globale derivanti dal blocco del Mar Nero e dai lockdown in Cina. In questo senso il CIBUS ricopre un ruolo strategico nel cercare di facilitare l’incontro tra domanda e offerta da un lato e nel pianificare gli approvvigionamenti superando le difficoltà della supply chain dall’altro.

L’impatto dei rincari sull’agroalimentare italiano

Olio di semi, pane, burro, pasta. Il caro energia alimentato dalla crisi Ucraina incide sul carrello della spesa con aumenti che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori. I prezzi di cibi e bevande sono aumentati in media del 6,3%.

Secondo alcuni dati forniti da Coldiretti il prezzo dell’olio di semi è aumentato del +63.5%, +8,4% per il pane, +17,2% per la farina, +15,7% per il burro. Rincari a doppia cifra anche per la pasta +14,1%, la carne di pollo +12,2% e la verdura fresca +12%, ma anche frutti di mare con +10,2%, gelati a +9,5%, uova con +9,3%.

L’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove  si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99 mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea.

 

L’export agroalimentare

Il 2021, anno record per l’export italiano ha fatto registrare un aumento significativo anche nell’interscambio dei prodotti dell’agroalimentare che ha registrato un +14,7% rispetto al 2019. Quaranta miliardi di export su un totale di 155 di fatturato che diventano cinquanta miliardi se si considera il settore primario.

La domanda di food made in Italy sta incrementando in maniera generalizzata in tutto il mondo e in particolare nel 2021 si sono registrati i seguenti incrementi di domanda: USA +14,3%, Cina +32,7%, Corea del Sud +30,7%, Cile +50,5%, Sud Africa +21,2%, Polonia +21,4%, Spagna +19,6%, Germania + 6,7%, Francia +7,1%, (dati Federalimentare elaborati su base Istat, gennaio/novembre 2021).

Il prodotto trainante per il settore rimane il vino con oltre 7 miliardi, ma una crescita a doppia cifra soprattutto sul 2019 viene registrata per le carne ed i derivati, il caffè, la cioccolata ed i formaggi, l’ortofrutta fresca, l’olio Evo, i derivati del pomodoro e la pasta.

 

Cibus4Sustainability

La sostenibilità è uno dei temi cardine della 21esima edizione del CIBUS. Nell’ambito della fiera sono state premiate cinque aziende vincitrici di Cibus4Sustainability, il progetto ideato da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con PwC, dedicato alla diffusione di esempi virtuosi di sostenibilità lungo la filiera alimentare, dalla produzione, alla trasformazione e fino alla distribuzione.

L’obiettivo del progetto era individuare le best practice della filiera agroalimentare e dei retailer a livello nazionale e internazionale, seguendo quattro filoni principali: il packaging eco-sostenibile, un settore in cui tutta la filiera alimentare gioca un ruolo fondamentale per l”attenzione agli imballaggi e alla gestione del loro intero ciclo di vita; l’efficienza energetica, un tema caro a tutta la filiera alimentare che la considera un driver competitivo per contribuire agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; lo spreco alimentare, che oltre a rappresentare una perdita di risorse preziose e un danno economico, ha anche un impatto negativo sul cambiamento climatico; la sostenibilità sociale, cioè l”adozione e la promozione di pratiche di business socialmente responsabili che possono innescare una reazione a catena positiva lungo tutta la filiera alimentare.

L’innovazione funge da leva principale per la sostenibilità ambientale, economica e sociale, uno dei vantaggi compatitivi più forti per l’industria agroalimentare moderna. Come dichiarato dal presidente di Federalimentare Ivano Vacondio nell’intervento introduttivo “Tradizione e innovazione sono il binomio vincente che caratterizza questo evento ma anche il binomio vincente dell’industria alimentare e di Cibus”.

 

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