I dati che sono stati resi noti da parte della School of Management del Politecnico di Milano, e precisamente dal suo Osservatorio Export, parlano chiaro; nell’export digitale il settore moda vale il 60%.

Il settore dei beni di consumo, che ha fatto registrare nello scorso anno un totale di 7,5miliardi di euro di esportazioni, con un incremento pari al 24%, deve il 60% alle esportazioni online, sia dirette che indirette. Il loro valore è pari a 4,5 miliardi di euro con un aumento, rispetto all’anno precedente, pari al 30%. I dati sono stati resi noti dal direttore dell’Osservatorio milanese, Riccardo Mangiaracina, il quale ha reso noti anche i comparti che seguono quello della moda, il “Food” che si attesta al 17% del totale e l’arredo e design, che raggiunge il 12%.

Nell’export diretto il comparto moda è pari ai 2/3 del totale, realizzato sia attraverso i “retailer online” com Yoox-Net-à-porter, o LuisaViaRoma, sia attraverso marketplace come “Amazon”. Il valore per il 2016 di queste esportazioni è stato pari a 2 miliardi di euro, e significativo è stato l’incremento, pari al 23%.

Se si guarda ai valori assoluti delle esportazioni digitali si nota comunque che quello diretto è pari a circa 1/3 del valore totale, mentre gli altri 2/3 sono dei canali indiretti, che in totale creano un valore di 5,5 miliardi. In questo caso sono i retailer esteri a fare la parte del leone, ed in particolare Jd.com e Zalando.

L’importanza dell’e-commerce nelle strategie attuali

Per le grandi aziende della moda del nostro paese oggi l’e-commerce è un punto fondamentale. Quelle che ambiscono ad un “respiro internazionale”, oppure che voglio potenziare la loro rete di vendita all’estero, non possono farne a meno.

Tutte le strategie puntano verso gli under 35, coloro che hanno un rapporto migliore e più continuo con la “Rete”. Non è ancora chiaro se la scelta migliore sia quella di puntare su un export diretto, fatto con l’uso del proprio portale, oppure se è meglio affidarsi alla vendita indiretta.

Anche su questo quesito è arrivata la risposta di Riccardo Mangiaracina, il quale ha detto che il primo passo per le aziende è quello di “capire i pilastri del modello di export online da adottare”, e che personalmente ritiene quello “multicanale” il più efficace in questo momento, in quanto permette di arrivare a target diversi di clientela.