I cinesi amano il vino e, in attesa che anche la loro madrepatria cominci a sperimentare una produzione vitivinicola importante, continuano a consumare moltissimo vino proveniente dall’estero, portando avanti un trend estremamente positivo.

A confermarlo sono i dati riportati dalle dogane cinesi e pubblicati di recente da “Decanter China“.

Un comparto che viaggia a buon ritmo

La prima metà del 2017 ha assistito all’arrivo sul suolo cinese di oltre 336 milioni di litri di vino proveniente dall’Italia, segnando un aumento nell’ordine del 12% sullo stesso periodo dell’anno precedente.

Di questi 336 milioni di litri, 253 sono di vino in bottiglia (con un incremento del 13,8%), 75 di vino sfuso (segnando un buon +6,8%) e 6,7 di spumante (con un +5,4% che segue a distanza gli altri prodotti). Il valore totale del vino importato in Cina ha un valore pari a 1,2 miliardi di dollari (con un incremento del 4,8% rispetto all’anno precedente), di cui buona parte derivanti dai guadagni del prodotto già imbottigliato (+3,3%).

Sono pari a 64 milioni gli introiti provenienti dai vini sfusi (con un aumento pari al 24,5%) e a 34 milioni quelli dipesi dalla vendita degli sparkling wine (con un prezioso +28,2%). L’Italia vitivinicola delizia sempre più persone con prodotti apprezzatissimi in ogni angolo del mondo. La crescita del comparto vinicolo del Bel Paese, infatti, si attesta su un eccellente +16,9% in quanto a volume delle esportazioni e su un buon +18,1% in termini di valore assoluto.

Quali sono le nazioni che procedono ad un ritmo più sostenuto?

Meglio dell’Italia, nei primi sei mesi del 2017 ha fatto l’Australia, che è riuscita a segnare un eccezionale 30% di crescita in termini di quantità ed un aumento dell’1,7% in valore.

Questi numeri sono il segno lampante che la maggior parte delle esportazioni australiane verso la Cina riguardano soprattutto i vini sfusi e quelli a basso prezzo. Se quest’ultimo dato potrebbe rappresentare una consolazione, resta il fatto che in futuro sarà opportuno restare vigili e guardarsi da un concorrente agguerrito, la cui produzione vinicola continua ad aumentare in maniera importante.

Non da meno si è rivelato il Cile, che è riuscito a portare a casa un incremento pari al 17,7% in termini di quantità e del 26,5% in quanto a valore, segno di un’export che riguarda soprattutto etichette pregiate.

Anche i primi mesi del nuovo anno ci hanno dimostrato quanto rimanga lontana la Francia, che continua ad esportare cinque volte più dell’Italia in volume e circa otto volte in termini di valore (sebbene a questa voce corrisponda una leggera flessione del 3,6%).

Brutte notizie per la Spagna, in perdita sia in quanto a volume che in termini di valore. E proprio la Spagna potrebbe essere l’obiettivo dell’Italia, pronta a mettere la freccia e a completare un sorpasso che appare sempre più vicino.