I dati del rapporto Sace in collaborazione con Siemest hanno delineato un profilo più che favorevole per quanto riguarda le esportazioni del Veneto, che è risultata la seconda regione per volumi di traffico dopo la Lombardia.

Un segnale incoraggiante questo, che conferma il trend di ripresa, in comune con le regioni del Nord-est.

Il volume complessivo dell’export nel 2016 si è attestato al di sopra dei 58 miliardi di euro, segnando un incremento totale rispetto all’anno precedente del 1.3%. Su base nazionale questa percentuale ha partecipato a un incremento del 14%, confermando che i miglioramenti nel settore sono tangibili.

Questi e altri dati sono stati resi noti durante un incontro del Cdp ad Altavilla Vicentina, dove si sono riunite tutte le più importanti realtà dell’export.

I settori trainanti dell’export in Veneto

I settori trainanti dell’export in Veneto sono 5, rappresentati dal tessile e abbigliamento, dalla metallurgia, dal settore beverage e alimentare, dalla meccanica strumentale e da altri settori manifatturieri.

I settori merceologici appena elencati raccolgono più o meno il 70% dell’intero comparto.

La crescita registrata nei rispettivi settori parla di un incremento dello 0,2% per il tessile e l’abbigliamento, di un6,6% per il beverage e alimentare e del 2,4% per la meccanica strumentale.

In misura minore ma non meno importante concorrono al secondo posto del Veneto riguardo al commercio con l’estero, anche settori come quello chimico-farmaceutico, del legno o della plastica, che rappresentano una fetta importante di più del 15%.

Il primo trimestre del 2017 ha già fatto registrare rispetto al 2016 un aumento degli scambi con l’estero del 7,1%.

I paesi verso i quali esporta il Veneto

Il commercio con l’estero che riguarda le esportazioni del Veneto è diretto sia verso paesi europei che oltreoceano e verso i mercati asiatici.

La maggior parte si concentrano proprio nell’area europea, segnando poco più del 59%, e il 40,9% riguarda altre destinazioni.

Tra queste ultime ci sono gli Stati Uniti con un +3,7%, che si interessano soprattutto al settore luxury (gioielleria) ma anche all’artigianato del legno per l’arredamento, mentre a livello europeo sono in testa Germania e Francia con un 4,1% complessivo, che invece puntano al cibo e ai prodotti in plastica. Da menzionare anche i commerci con la Spagna che sono aumentati del 5,5% e quelli con la Polonia, del 5.9%.

I mercati asiatici rappresentano una nuova e proficua frontiera in particolare verso la Cina, con la quale c’è stato un incremento del 10,4 delle esportazioni.