Nel 2015 l’Export italiano farà registrare un segno positivo, ed i prossimi anni, in generale, si riveleranno molto floridi in questo senso.

Ad evidenziare questi dati incoraggianti è il gruppo assicurativo-finanziario SACE, il quale ha recentemente aperto una nuova sede in Sicilia, a Palermo.
Nello specifico, SACE ha calcolato che nell’anno in corso le esportazioni italiane faranno registrare un +3,9% rispetto al 2014, cifra che sarà peraltro destinata a salire ulteriormente negli anni a seguire: è stato stimato infatti che nel corso del tirennio 2016-2018 si raggiungerà il pregevole trend di +5%.

Questi dati, dunque, confermano in modo inequivocabile come la miglior risposta alla crisi economica che ha riguardato l’Italia e le sue imprese sia proprio nell’export.
Molte aziende italiane, soprattutto di piccole dimensioni, avrebbero infatti un potenziale immenso qualora riuscissero a rivolgere i propri prodotti anche oltre confine, tuttavia una scarsa propensione ad una visione internazionale del business ha rappresentato, ad oggi, uno spiacevole freno allo sviluppo dell’economia italiana.

SACE, in concomitanza della sua nuova apertura in Sicilia, ha fatto il punto anche sul quadro economico locale, ed anche questa regione si sta rendendo protagonista di trend molto positivi a livello di export.
Tra i migliori settori dell’economia siciliana si segnala la produzione di macchinari per l’industria, la quale ha fatto registrare nel 2014 un incremento del +11,3%, e l’agroalimentare, con il +3,8%, soprattutto per via dei nuovi, prolifici distretti produttivi formatisi per fronteggiare efficacemente la crisi.

Un settore in sofferenza, invece, è il manifatturiero: dal 2008, in Sicilia, si è registrato un calo pari a -26%, di conseguenza, come ha sottolineato il Vice presidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro, è opportuno intraprendere delle politiche che garantiscano un valido sostegno a questo comparto.

Aldilà di questo, ad ogni modo, i dati sottolineati da SACE sono confortanti, ed è assolutamente indispensabile che le imprese italiane acquisiscano un approccio maggiormente globalizzato.
E’ cosa nota, d’altronde, che il Made in Italy sia estremamente apprezzato all’estero, in molteplici settori differenti, dunque vale realmente la pena di cogliere questo momento di crescita per sviluppare dei mercati esponenzialmente più ampi rispetto a quello nazionale.