Il mercato italiano del settore lattiero-caseario ha visto in questi ultimi anni una contrazione abbastanza sensibile, che nell’arco di 5 anni, dal 2011 al 2016, ha portato ad un calo complessivo pari all’11%, ma questo dato è stato contrastato dall’aumento delle vendite estere, con un valore che negli ultimi 10 anni è quasi raddoppiato, con riscontri importanti specialmente sul mercato cinese.

I dati presentati lo scorso aprile

Questi dati sono stati presentati nello scorso mese di aprile, durante lo svolgimento, a Fiere di Parma, dell’edizione 2017 di Cibus Connect. Lo studio è stato realizzato da Agrifood Monitor e conferma come il ostro paese abbia grandi capacità di esportazione in tutto il comparto agroalimentare, e significativamente per quanto riguarda i prodotti di eccellenza come i formaggi.

Sicuramente l’export rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane, proprio in questo momento di calo della domanda interna, e le imprese hanno dimostrato di sapersi adattare molto bene a questa nuova esigenza. Passando ai numeri, negli ultimi 10 anni le esportazioni agroalimentari del nostro paese hanno fatto registrare un aumento del 72%, aumento ancora più marcato, e pari al 92% quando si parla dei prodotti lattiero-caseari.

Il valore totale delle vendite all’estero dei formaggi, ha raggiunto nello scorso anno la cifra di 2,4 miliardi di euro e rappresenta circa l’82% del totale del settore lattiero-caseario. Oltre all’aumento dell’ultimo anno, dai dati di Agrifood Monitor si evince che anche nel lungo periodo, dal 2006 al 2016, i numeri sono soddisfacenti. Il 72% del valore totale dell’export è dato dalle vendite negli altri paesi che fanno parte della comunità europea, grazie naturalmente sia alla vicinanza geografica che alla possibilità di libero scambio data dall’appartenenza all’UE.

I mercati più interessanti per l’export italiano

I mercati a cui è destinato l’export italiano nel settore lattiero-caseario sono dunque quelli tradizionali, sia europei che al di fuori dell’UE, ma nel corso degli ultimi anni le vendite hanno raggiunto anche i paesi asiatici, tra i quali spicca la Cina, che pur avendo, come molti altri paesi di quel continente dei numeri limitati in senso assoluto, raggiungendo 380 milioni di euro nel 2016, ha in effetti mostrato importanti tassi di crescita percentuale con un + 118% nel periodo che va dal 2013 al 2016, e promette ulteriori aumenti in prospettiva.

Il mercato cinese del settore, che vale in totale circa 24 milioni di euro, vede i 10 maggiori paesi esportatori dividersi il 72% del venduto. L’Italia è tra questi, e con il suo 10% è al quarto posto in una classifica guidata dalla Germania, che raggiunge il 14%, seguita da Francia e Olanda che si aggiudicano il secondo posto a pari merito, con una percentuale di vendite del 12%. Se si guarda il prezzo medio al chilo dei prodotti, la leadership è del nostro paese, con un prezzo medio di 6,23 euro/kg, mentre i francesi sono staccati con il prezzo medio di 4,42 euro/kg ed ancora più distaccati sono i tedeschi, i cui prodotti hanno un prezzo medio di 2,81 euro/kg.