Non solo il calcio, ma anche università e moda.

Il made in Italy è sempre più nel mirino della Cina, che continua ad investire non solo nell’Italia ma anche nel Vecchio Continente. Una politica di espansione economica che ha assunto, nel corso degli ultimi anni, numeri da una parte importanti, dall’altra preoccupanti, con Germania, Francia ed il nostro Paese pronti a chiedere all’Ue la revisione delle regole per gli investimenti da parte degli altri Stati esteri. Nell’anno 2016, gli investimenti ‘rossi’ hanno toccato quota 35 miliardi di euro, contro gli appena 7 fatti registrare dall’Europa.

C’è una regione in particolare che attrae la Cina: è la Lombardia, con in testa Milano, dove viene concentrato il 45 per cento dell’enorme flusso economico che ogni anno il Paese asiatico investe nel nostro Paese. L’interesse prevalente riguarda il dinamismo del capoluogo meneghino, dai settori produttivi alle università, come spiega Andrea Goldstein, al quale si deve l’approfondimento intitolato Capitalismo rosso. Gli investimenti cinesi in Italia.

Sempre stando al signor Goldstein, gli investimenti della Cina su Milano e, più in generale, l’Italia si concentreranno nei prossimi anni sempre di più su attività quali moda e agroalimentare, le altre due eccellenze del made in Italy.

Il Paese asiatico continuerà ad affidarsi agli strumenti più all’avanguardia, al fine di limitare al minimo eventuali errori. A riguardo, gioca un ruolo fondamentale la componente universitaria, di cui la Cina continuerà a servirsi.

Insomma, le eccellenze Made in Italy si confermano ancora una volta una delle più importanti opportunità di business non solo per gli investitori del Paese del Dragone ma anche per le PMI italiane che vogliono esportare i loro prodotti in Cina.