I rapporti di cooperazione tra Italia e Cina prendono sostanza circa un cinquantennio fa.

È il 1970, quando l’Italia riconosce formalmente la Repubblica Popolare Cinese e rompe le relazioni con la Repubblica di Cina di Taiwan. Da allora, i due paesi ospitano sul proprio territorio le rispettive rappresentanze diplomatiche e hanno dato vita a una serie di legami economici, politici e culturali, che negli ultimi anni si sono fatti sempre più forti.

Dal 2004, il Comitato Intergovernativo Italia-Cina regola gli accordi bilaterali tra i due paesi. Presieduto dai due ministri degli esteri, il Comitato si riunisce una volta l’anno, alternando la sede dell’incontro tra Roma e Pechino.

Un’intesa a 360°

A scandire i rapporti economici tra i due paesi, invece, ci pensa il Business Forum.

Questo strumento di cooperazione nasce nel 2014 e conta già tre edizioni. Il suo scopo è quello di riunire gli imprenditori che desiderano allargarsi o si sono già allargati in Cina, fornendogli dritte e opportunità. Tra gli argomenti di discussione, la Belt and Road, un’iniziativa di sviluppo infrastrutturale tra Asia e Europa lanciata dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013, Made in China 2025, ossia il piano di sviluppo del settore manifatturiero cinese, e l’industria 4.0. Inoltre, è giunto alla terza edizione il raduno degli imprenditori italiani in Cina sul Yanqi Lake, a nord di Pechino, con la collaborazione delle istituzioni italiane, per discutere dei grandi temi economici cinesi.

Sul piano culturale, invece, le relazioni si sono aperte nel 2016 con il Forum Culturale Italia-Cina. L’intesa investe i settori della cultura, dell’arte e del turismo.

Ma la cooperazione tra Italia e Cina tocca anche il settore scientifico e tecnologico con il Programma Esecutivo per la Cooperazione Scientifica e Tecnologica 2016-2018, firmato dall’allora ministro per l’Università e la Ricerca, Stefania Giannini, e il suo omologo cinese Wan Gang.